Il Vittoriale degli Italiani, l’ultima dimora di Gabriele d’Annunzio

Gardone Riviera
Prioria | Piazzetta dalmata | Stanza della Cheli

Villa Cargnacco, come si chiamava prima del suo arrivo, è l'ultima dimora in cui visse Gabriele d'Annunzio dal 1921 fino al giorno della sua morte, avvenuta il primo marzo per emorragia cerebrale alla scrivania della Zambracca nel 1938. Ricavata da una casa colonica del Settecento e dotata di un bellissimo giardino, era stata abbandonata con tutto il suo contenuto di quadri, fotografie e una preziosa biblioteca di seimila volumi nel 1915,  all'entrata in guerra dell'Italia, e confiscata per decreto nel 1918 per danni di guerra allo storico d'arte tedesco Heinrich Thode, studioso del Rinascimento italiano. All'acquisto della villa il primo ottobre 1921, pagata con un prestito al Banco di Roma restituito solo alla sua morte, seguirono nel 1922 e nel 1935 altre proprietà fino a completare uno spazio di nove ettari. Nel 1923 d'Annunzio battezzerà tutto il suo fondo "il Vittoriale", riservando il nome "Prioria" al corpo centrale della residenza.

Non rinuncerà alle modernità, fra i primi interventi vi saranno l'impianto a termosifoni, l'impianto elettrico, la linea telefonica; la villa e l'intera proprietà sono un cantiere, la "Santa Fabbrica", diretto dal giovane architetto Gina Carlo Maromi che vi si trasferirà nel 1934 abitando il Casserotto e continuerà l'opera anche dopo la morte del poeta, diventandone negli anni suo factotum, intimo amico. Si tratta di una cittadella fortificata in riva al Lago di Garda con giardini, un teatro all'aperto "il Parlaggio", il Museo della Guerra, le due residenze Prioria e Schifamondo e il Mausoleo sulla collina. Il poeta accumula oggetti d'ogni genere, decorazioni, accostamenti, calchi di opere celerini un continuo alternarsi di antico e moderno, vero e falso, Occidente e Oriente; se oltre a questo si aggiungono i vizi e i lussuosi agi personali si comprende come i pur abbondanti ricavi provenienti dalle sue opere e dall'attività pubblicitaria non riescano a sostenere l'enorme dispendio economico. Gli aiuti governativi acquisiscono un peso sempre più rilevante e nel dicembre 1923 d'Annunzio, ormai economicamente dipendente, dona dallo Stato Italiano il Vittoriale non ancora completato e non ancora pagato. L'anno successivo sarà dichiarato monumento nazionale e nel 1937 verrà eretto a Fondazione.

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